Prevenire gli infortuni nel running con la fisioterapia

La corsa tra benessere e rischio: perché prevenire gli infortuni è fondamentale

La corsa è una delle attività fisiche più diffuse al mondo, apprezzata per i suoi benefici cardiovascolari, il basso costo e la facilità di accesso. Tuttavia, l’elevata ripetitività del gesto atletico e una preparazione non sempre adeguata rendono i runners particolarmente soggetti a infortuni sportivi di tipo muscolo-scheletrici, anche in assenza di attività agonistica. Dolori al ginocchio, tallone, tendiniti e fasciti plantari sono solo alcune delle problematiche più comuni. In questo contesto, la fisioterapia gioca un ruolo chiave nella prevenzione, affiancandosi all’intervento ortopedico nei casi più complessi. Un approccio integrato e personalizzato è fondamentale per ridurre il rischio di recidive e ottimizzare le performance nella corsa.

Le cause più comuni degli infortuni nella corsa tra sovraccarico e biomeccanica alterata

Gli infortuni nella corsa sono spesso il risultato di diversi fattori che agiscono nel tempo. Non si tratta solo di “correre troppo”, ma soprattutto di “correre male” o di non avere una preparazione fisica adeguata.

1. Sovraccarico funzionale

Il sovraccarico è una delle cause più frequenti di infortuni da corsa. Si verifica quando i tessuti (muscoli, tendini, articolazioni) vengono sottoposti a uno stress maggiore rispetto alla loro capacità di adattamento. Questo accade spesso in fasi in cui si aumenta troppo in modo rapido il carico di allenamento o in assenza di recupero adeguato. Le patologie da sovraccarico più comuni includono:

  • Tendinopatia achillea

  • Fascite plantare

  • Sindrome della bandelletta ileotibiale

2. Errori di allenamento

Un incremento eccessivo della distanza settimanale (>10% a settimana), l’assenza di periodi di scarico, la monotonia degli stimoli allenanti, o l’esecuzione di allenamenti intensi su terreni inadatti sono fattori che aumentano significativamente il rischio di infortunio. Anche una tecnica di corsa inefficace può portare a carichi anomali su articolazioni e tendini.

3. Calzature inadeguate

L’utilizzo di scarpe non adatte al proprio appoggio plantare o eccessivamente usurate può alterare la meccanica della corsa e contribuire a microtraumi ripetuti. È importante scegliere scarpe da running in base a criteri biomeccanici e al tipo di terreno di allenamento per avere una maggiore forza e flessibilità.

4. Disfunzioni posturali e biomeccaniche

Asimmetrie, rigidità articolari o debolezze muscolari (ad es. del core, dei glutei o dei muscoli stabilizzatori) possono alterare l’equilibrio dinamico del movimento e causare infortuni cronici. Una valutazione funzionale da parte del fisioterapista è fondamentale per identificare questi squilibri in modo tale da prevenire infortuni e lesioni.

Secondo le statistiche più recenti del british journal of sports medicine

  • Circa il 79% dei runner amatoriali subisce almeno un infortunio all’anno.

  • Gli infortuni più comuni coinvolgono:

    • Ginocchio (27%)

    • Caviglia e piede (25%)

    • Tendine d’Achille (11%)

    • Muscoli posteriori della coscia e polpacci (15%)

Il ruolo della fisioterapia nella corsa e la prevenzione negli infortuni nei runner

Il ruolo della fisioterapia nella prevenzione degli infortuni nei runner richiede un approccio strutturato e proattivo, finalizzato a identificare e correggere precocemente disfunzioni muscolo-scheletriche e a evitare infortuni sportive al fine di evitare problemi ancora più gravi. Attraverso un’attenta valutazione funzionale, un programma di esercizi terapeutici personalizzati e un lavoro educativo sul paziente, il fisioterapista agisce sia sulla causa che sul contesto che favorisce l’insorgenza dell’infortunio.

Valutazione funzionale del runner 

Il primo passo è un’analisi approfondita delle condizioni fisiche e biomeccaniche dell’atleta, anche in assenza di sintomi evidenti. Questa valutazione comprende:

  • Analisi del passo e della corsa: tramite osservazione diretta o tecnologie di gait analysis, si valutano appoggio plantare, cadenza, simmetria e allineamento degli arti inferiori durante quindi tutto ciò che riguarda la tecnica di movimento della corsa.

  • Valutazione posturale: sia in statica che in dinamica, per identificare compensi, asimmetrie o disfunzioni nella catena cinetica.

  • Test di forza muscolare: eseguiti su gruppi muscolari chiave (glutei, quadricipiti, muscoli del core), spesso responsabili di alterazioni del gesto motorio.

  • Mobilità articolare e flessibilità: eventuali limitazioni (es. l’articolazione della caviglia o del rachide per vedere la loro rigidità ) possono contribuire a sovraccarichi funzionali distali.

Questa fase è fondamentale per individuare fattori di rischio individuali e definire strategie di prevenzione su misura.

Piano di esercizi terapeutici personalizzati per la corsa

Una volta definiti i punti critici, il fisioterapista elabora un piano di esercizi terapeutici personalizzati mirati per migliorare le capacità fisiche specifiche del runner. Gli obiettivi principali sono:

  • Potenziamento muscolare selettivo, in particolare riguarda i muscoli stabilizzatori del bacino e del core, questo potenziamento per aumentare il controllo neuromuscolare e a migliorare la stabilità durante l’appoggio e la spinta.

  • Mobilità articolare funzionale, attraverso esercizi dinamici si ha la possibilità di migliorare l’escursione articolare senza compromettere il controllo motorio.

  • Core stability, essenziale per il mantenimento dell’allineamento durante la corsa e la distribuzione corretta dei carichi lungo la catena cinetica.

  • Propriocettiva e rieducazione dell’equilibrio, soprattutto dopo traumi distorsivi o in caso di instabilità funzionale.

Tutti gli esercizi sono adattati in base al livello dell’atleta e alla fase del ciclo di allenamento.

Un elemento chiave nella prevenzione è l’educazione del runner rispetto a:

  • Gestione del carico di allenamento: il fisioterapista può fornire indicazioni su come aumentare progressivamente distanza e intensità, riducendo il rischio di sovraccarico.

  • Tecniche di corsa: suggerimenti su stile, postura e frequenza dei passi possono ottimizzare la performance e ridurre i microtraumi.

  • Segnali d’allarme precoci: il riconoscimento dei primi sintomi consente un intervento precoce e una migliore prognosi.

  • Recupero e rigenerazione: importanza del riposo attivo, stretching, idratazione e sonno.

L’obiettivo è rendere il paziente parte attiva nel proprio percorso di prevenzione.

Tecniche fisioterapiche utilizzate nella corsa

Oltre agli esercizi, il fisioterapista può utilizzare una combinazione di tecniche manuali e strumentali per migliorare la qualità del movimento e prevenire il sovraccarico tissutale:

  • Terapia manuale: mobilizzazioni articolari, massoterapia decontratturante e trattamento dei trigger point.

  • Rieducazione posturale: per correggere schemi motori disfunzionali e migliorare l’efficienza del gesto atletico.

  • TENS o elettroterapia antalgica, in caso di dolore muscolare residuo o post-attività.

  • Tecniche miofasciali e stretching assistito, per ottimizzare la flessibilità e prevenire rigidità muscolare.

Esempio di progressione settimanale di esercizi preventivi per runner (4 settimane)

SettimanaObiettivo principaleEsercizi consigliatiFrequenza
1Attivazione e stabilità di base– Ponte glutei (glute bridge)
– Plank isometrico
– Stretching cat-camel
2-3 volte
2Rinforzo e controllo motorio– Squat a corpo libero
– Side plank
– Mobilità anca (figure-4 stretch)
3 volte
3Stabilità dinamica– Affondi in avanti
– Esercizi su BOSU o cuscino propriocettivo
– Bird-dog
3-4 volte
4Prevenzione attiva e integrazione– Skipping + high knees (tecnica)
– Plank dinamico
– Stretching globale
4 volte

 

Quando interviene l’ortopedico: dalla diagnosi al trattamento integrato

Sebbene la fisioterapia sia spesso il primo approccio nella prevenzione e nel trattamento conservativo degli infortuni da corsa, in alcuni casi è necessaria la valutazione ortopedica specialistica, soprattutto quando il dolore persiste, recidiva o limita significativamente la funzione.

Quando è necessaria una valutazione ortopedica

Il consulto con lo specialista ortopedico è indicato nei seguenti scenari:

  • Dolore muscolo-scheletrico persistente non responsivo al trattamento fisioterapico dopo 3–4 settimane.

  • Sospetto di lesioni strutturali importanti (es. meniscali, legamentose, fratture da stress).

  • Episodi ricorrenti di instabilità articolare o blocchi funzionali.

  • Presenza di gonfiore, versamento articolare o sintomi neurologici (formicolii, perdita di forza).

  • Condizioni croniche che necessitano di un approccio medico (es. tendinopatie refrattarie, artrosi precoce).

In questi casi, l’ortopedico rappresenta una figura essenziale per completare il percorso diagnostico e orientare l’intervento più adatto.

Diagnosi strumentale: immagini per una valutazione accurata

Lo specialista può richiedere esami strumentali per confermare il sospetto clinico e definire l’entità del danno tissutale:

  • Radiografia: utile per escludere fratture, valutare allineamento osseo e segni di artrosi.

  • Ecografia muscolo-tendinea: tecnica dinamica per lo studio di lesioni tendinee, infiammazioni e versamenti articolari.

  • Risonanza Magnetica (RMN): gold standard per la valutazione dei tessuti molli (menischi, legamenti, cartilagini, tendini).

  • TAC: meno utilizzata nella corsa, ma utile in caso di patologie complesse o fratture composte.

Una diagnosi precisa consente di strutturare un piano di trattamento specifico e tempestivo.

Trattamento combinato ortopedico-fisioterapico

Nei casi più complessi, il trattamento combinato ortopedico-fisioterapista prevede una collaborazione diretta, fondamentale per garantire il miglior recupero possibile. Gli interventi più frequenti includono:

  • Infiltrazioni mirate: acido ialuronico, corticosteroidi o PRP (plasma ricco di piastrine) per tendinopatie, artropatie o infiammazioni croniche.

  • Chirurgia ortopedica mininvasiva: artroscopia per lesioni meniscali, ricostruzioni legamentose, release tendinei.

  • Fase post-operatoria: protocollo riabilitativo personalizzato per il recupero di mobilità, forza e controllo motorio, spesso guidato da un fisioterapista specializzato in ambito sportivo.

Il lavoro sinergico tra ortopedico e fisioterapista consente un approccio completo e individualizzato, riducendo i tempi di recupero e migliorando il ritorno sicuro all’attività sportiva.

Conclusioni: un approccio integrato per correre in sicurezza

La corsa è un’attività semplice e accessibile, ma espone a un elevato rischio di infortuni, soprattutto in assenza di una preparazione adeguata e di una gestione consapevole del carico di lavoro. La prevenzione è la strategia più efficace per garantire la continuità dell’attività sportiva, migliorare la performance e ridurre le recidive.

Attraverso una valutazione fisioterapica mirata, esercizi personalizzati e l’educazione del runner, è possibile correggere disfunzioni biomeccaniche e rafforzare le strutture muscolari e articolari coinvolte nel gesto atletico. Nei casi più complessi o in presenza di lesioni strutturali, l’intervento dell’ortopedico consente una diagnosi accurata e un trattamento specialistico, con il supporto costante del fisioterapista nella fase riabilitativa.

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