PATOLOGIE

PROTESI SPALLA

La protesi inversa di spalla è una possibile sostituzione dell’articolazione gleno-omerale tramite mezzi di sintesi. Non è l’unica. Esiste, infatti, anche la protesi anatomica di spalla, che può essere totale (artroprotesi), o parziale (endoprotesi)

Una protesi inversa di spalla prevede l’impianto di una sfera metallica nella glenoide, ovvero la cavità ossea della scapola, e una coppa di plastica all’estremità superiore dell’omero.

Questo tipo di protesi è progettato per affidare i movimenti della spalla e del braccio al muscolo deltoide, piuttosto che alla cuffia dei rotatori.

Grazie a questo approccio, anche chi ha subito la rottura dei tendini della cuffia può recuperare un movimento autonomo del braccio.

Per quali pazienti è raccomandata?  

La protesi di spalla è raccomandata in pazienti con artropatia della cuffia dei rotatori, ma trova applicazione anche in altre patologie come artrosi di spalla ,artropatia, lesioni massive di cuffia con pseudoparalisi, artrite reumatoide, artrosi primaria della testa dell’omero con sublussazione posteriore, fratture prossimali dell’omero e revisioni di precedenti protesi anatomiche L’artropatia della cuffia è una malattia che evolve lentamente ma inesorabilmente.

Il processo degenerativo coinvolge:

  • Il deterioramento della cartilagine della spalla;
  • Lo sfregamento delle ossa nell’articolazione scapolo-omerale.

Questa condizione può essere causata da patologie come l’artrite reumatoide, traumi o fratture che non sono guarite correttamente, o ispessimento dei tendini della cuffia.

In condizioni normali, le superfici articolari della testa omerale e della glena sono rivestite di cartilagine, permettendo un movimento senza attrito. Quando questa protezione è perduta, i movimenti diventano dolorosi e difficili.

Quando Optare per una Protesi Inversa?

L’artropatia della cuffia dei rotatori si manifesta soprattutto oltre i 65 anni, e può causare dolore, rigidità articolare e lesioni tendinee. Nei casi più gravi, la protesi inversa rappresenta una soluzione efficace per il recupero delle attività quotidiane.

I sintomi principali includono:

  • Dolore;
  • Incapacità di muovere il braccio/spalla;
  • Degenerazione progressiva dei tessuti tendinei e cartilaginei;
  • Perdita di funzionalità della cuffia, che compromette il movimento del braccio e della spalla.

La chirurgia prevede la modifica del centro di rotazione gleno-omerale, ottimizzando la funzione del deltoide e creando un nuovo braccio di leva per compensare la funzionalità ridotta della cuffia dei rotatori.

Quali sono le Tecniche Chirurgiche?

L’intervento può essere eseguito con due approcci principali:

  • Delto-pettorale (usato anche nelle revisioni);
  • Supero-laterale.

Il chirurgo pratica un’incisione di circa 10 cm sulla parte anteriore o laterale della spalla, rimuovendo le parti ossee danneggiate e ripristinando la funzionalità articolare con una protesi biocompatibile.

I modelli di protesi includono:

  • Inset (modello classico);
  • Onset (con componente omero lateralizzante);
  • Con componente glenoidea lateralizzante.

L’intervento prevede anche l’abbassamento e medializzazione del centro di rotazione, allungando il deltoide per migliorare il braccio di leva e la mobilità articolare.

Protocollo Riabilitativo per la Protesi Inversa di Spalla

La riabilitazione dopo un intervento di protesi inversa di spalla è un processo cruciale per garantire un recupero ottimale della funzionalità dell’arto. Questo percorso è suddiviso in cinque fasi principali, ciascuna con obiettivi specifici e progressivi.

Fase 1: Post-operatorio Iniziale (0-4 settimane)

Nel primo mese dopo l’intervento, l’obiettivo principale è proteggere la spalla operata e prevenire la rigidità. Il paziente indossa un tutore giorno e notte per immobilizzare la spalla. È fondamentale controllare il dolore e ridurre il gonfiore mediante l’uso di farmaci e ghiaccio. In questa fase, il fisioterapista guida il paziente in movimenti passivi della spalla, mentre il gomito, polso e mano vengono mobilizzati per evitare ulteriori rigidità.

Fase 2: Recupero Iniziale (4-8 settimane)

Nella seconda fase, si inizia a lavorare sulla mobilità della spalla e sulla funzionalità dell’arto. Sebbene il tutore possa essere talvolta ancora necessario a seconda delle indicazioni del chirurgo, il paziente inizia gradualmente esercizi di mobilizzazione passiva più estesa. Gli esercizi attivi assistiti, dove il paziente contribuisce al movimento, vengono introdotti progressivamente. È inoltre importante continuare gli esercizi per il gomito, polso e mano e iniziare esercizi isometrici leggeri per migliorare il tono muscolare.

Fase 3: Rafforzamento Iniziale (8-12 settimane)

A questo punto del recupero, l’accento è posto sull’aumento della forza della spalla e sull’espansione della gamma di movimento attivo. Il paziente può iniziare a eliminare gradualmente il tutore, ovviamente sotto supervisione medica. Si passa da movimenti passivi ed assistiti a movimenti attivi non assistiti, introducendo esercizi di rinforzo per i muscoli principali della spalla con bassa resistenza. È vitale continuare i movimenti scapolari per migliorare la stabilità e la coordinazione.

Fase 4: Recupero Avanzato (12-16 settimane)

Con l’avanzare del recupero, l’obiettivo è il rafforzamento avanzato della spalla e il miglioramento della funzionalità nelle attività quotidiane. La resistenza negli esercizi di rinforzo viene aumentata gradualmente. Si aggiungono esercizi per migliorare la propriocezione e la coordinazione. Inoltre, il paziente continua a lavorare sulla gamma di movimento per raggiungere il massimo recupero possibile. Iniziano anche esercizi funzionali specifici per le esigenze quotidiane.

Fase 5: Recupero Completo e Mantenimento (16+ settimane)

L’ultima fase del recupero si concentra sul raggiungimento della piena funzionalità della spalla e sul mantenimento dei risultati a lungo termine. Il paziente continua con esercizi di rinforzo utilizzando pesi progressivamente più pesanti. Si introducono esercizi funzionali avanzati specifici per il lavoro o lo sport del paziente. Infine, un programma di manutenzione viene istituito per continuare a migliorare la forza e la mobilità.

Conclusione

Un protocollo riabilitativo ben strutturato e personalizzato è fondamentale per il successo di un intervento di protesi inversa di spalla. Ogni fase deve essere adattata alle condizioni specifiche del paziente e monitorata da un team di professionisti, incluse visite regolari dal chirurgo e dal fisioterapista. Questo percorso attentamente pianificato consente di ottimizzare il recupero e migliorare la qualità della vita del paziente.

 

Il dott. Fabrizio Valleriani riceve su appuntamento.

Per fissare una prima visita gratuita chiama il numero 328.35.38.810

CONTATTACI

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.
Caselle di Spunta
Caselle di Spunta