PATOLOGIE

DISTORSIONE CAVIGLIA

Cos’è una distorsione della caviglia?

Una distorsione è una lesione dei legamenti che sostengono la caviglia. Ogni giorno in Italia si verificano circa 10.000 distorsioni della caviglia. I legamenti sulla parte esterna della caviglia sono quelli più comunemente lesionati quando il piede nel movimento distorsivo, ruota verso la sua parte interna (in inversione).

La distorsione di caviglia, detta comunemente “storta”, può creare dei problemi soprattutto se non viene effettuata una buona riabilitazione.

E’ tipica dei giovani, soprattutto degli sportivi. Gli sport maggiormente a rischio sono il basket, il calcio e la pallavolo. La maggior parte dei pazienti recupera completamente ma in circa un 30% dei casi compaiono dolore e instabilità cronica.

La dinamica classica nelle distorsioni della caviglia è una ricaduta sbilanciata e accidentale dopo un salto o a seguito di un movimento o un contatto brusco.

Il più frequente meccanismo di infortunio è in inversione (rotazione interna della pianta del piede) ma può essere anche causato da un’ eversione (rotazione esterna della pianta del piede) e a volte i due meccanismi possono coesistere. In alcuni casi è una fragilità derivante da precedenti episodi mal curati o dovuta a uno scarso tono muscolare o ad una lassità legamentosa.

Come viene classificata una distorsione?

Le distorsioni sono classificate a secondo della gravità in una scala che va da 0 a 3, dalla meno grave alla più seria.

Il grado 0 è costituito da una distorsione ove il dolore della caviglia scompare o si attenua nel giro di una decina di minuti circa, e non ne compromette il movimento. Solitamente, le distorsioni di grado zero, non danno luogo a gonfiore.

Nelle distorsioni di grado 1, o leggera, c’è una compromissione dei legamenti che vengono stirati ma non compaiono rotture. E’ presente un modesto gonfiore solitamente non immediato ma che compare dopo qualche ora dal trauma, dolore che non impedisce di camminare ma allo stesso tempo non permette, se non con sofferenza, di riprendere l’attività interrotta. Il danno funzionale è quasi assente quindi non è compromesso il movimento e non è presente instabilità articolare.

Nelle distorsioni di grado 2, o moderata, c’è una parziale rottura dei legamenti, il gonfiore compare pochi minuti dopo l’evento traumatico e si possono vedere anche delle chiazze rosse sotto la pelle. Esse indicano che alcuni vasi sanguigni si sono rotti. In tale situazione è impossibile riprendere l’attività fisica e il dolore, anziché passare con il tempo, tende ad aumentare o a rimanere costante per diverse ore. Si riscontra una certa perdita della funzione articolare e quindi del movimento e una lieve instabilità.

Nelle distorsioni di grado 3, o gravi, vi è una rottura completa dei legamenti con gonfiore che inizia subito dopo il trauma e c’è pure un versamento interno di sangue. Il paziente avverte un dolore intenso: non riesce a muovere la caviglia e non può sopportare nemmeno che qualcuno cerchi di farlo.

Si riscontra un’instabilità meccanica e l’incapacità di sostenere il peso sull’arto. Nelle distorsioni di terzo grado, il danno può essere rappresentato oltre che da una rottura dei legamenti anche da una frattura ossea.

Qualora si trattasse di una frattura, va esaminata e, se necessario, si dovrà intervenire chirurgicamente oppure fare un’ingessatura che il paziente dovrà portare per quaranta giorni. A essi seguirà un ciclo di fisioterapia mirata a riprendere la corretta mobilità del piede, fino a giungere, in sessanta giorni, alla guarigione completa.

Cosa fare in caso di distorsione? Nelle distorsioni della caviglia è molto importante il primo intervento, quello che si fa in campo, subito dopo l’evento traumatico.

E’ bene quindi sapere cosa fare, nel caso non ci fosse un esperto. E’ semplice ricordarlo tramite questo acronimo PRICE (protezione, riposo, ice, compressione, elevazione).

Per prima cosa quindi bisogna applicare il ghiaccio e mettere la gamba in alto, elevarla. Dopo aver tolto delicatamente la scarpa e la calza, bisogna fasciare la caviglia con un bendaggio compressivo e non bisogna caricarci il peso.

Dopo qualche minuto si può levare il bendaggio compressivo per esaminarla, deve essere valutata da personale medico che effettuerà dei test per la diagnosi del grado della lesione e per la scelta del trattamento più appropriato. Premettendo che ogni distorsione è diversa dalle altre, quindi necessita di un trattamento personalizzato, individuato dall’ortopedico e dal fisioterapista, per dare un idea generale si può affermare che nelle distorsioni di grado 1 e 2 il percorso riabilitativo è molto simile, sia per modalità che per tempi di recupero, e sarà quello di cui parleremo.

Nel caso la lesione sia di grado 3 come detto prima potrà essere necessario un trattamento chirurgico, al quale seguirà un percorso riabilitativo post-chirurgico.

Non tutti concordano sulla necessità di un intervento, alcuni ortopedici e fisiatri consigliano anche in caso di rottura dei legamenti un trattamento conservativo, cioè ritengono che un adeguato programma fisioterapico sia sufficiente a ridare stabilità alla caviglia.

Trattamento

E’ consigliabile in questa primissima fase immobilizzare la caviglia, un’immobilizzazione parziale, cioè senza tutori o apparecchi gessati, a meno che non ci sia un frattura. Questo non solo per una ripresa più rapida ma anche migliore, è più conveniente, infatti, immobilizzare parzialmente la caviglia, utilizzare per camminare magari una stampella (se si vuole mantenere un carico parziale sulla caviglia lesa) o due (nel caso in cui è prescritta l’assenza totale di carico sulla caviglia lesa) e poi cominciare precocemente la riabilitazione.

E’ stato dimostrato infatti che il movimento velocizza la guarigione, mentre l’immobilizzazione la rallenta o addirittura la blocca.

Applicazione del ghiaccio, per 20 minuti ogni 2-3 ore, non si può tenerlo a contatto con la pelle perché provocherebbe ustioni, quindi si mettono 3-4 cubetti nella borsa del ghiaccio che invece può essere a contatto con la pelle.

Dopo questa fase l’applicazione di ghiaccio andrà interrotta, prolungarla infatti rallenterebbe il processo di guarigione dei tessuti. La caviglia dovrà essere avvolta in un bendaggio compressivo. Mantenere l’arto in posizione elevata per favorire il ritorno venoso e per la riduzione dell’edema, del gonfiore.

Nella seconda fase, o sub-acuta, se non sono comparse complicazioni si può cominciare con la rieducazione funzionale. La riabilitazione è un percorso progressivo dove il lavoro, la fatica e la difficoltà degli esercizi andrà gradualmente aumentando nel tempo.

Questa fase sarà incentrata sul: Controllo del dolore e recupero del “ROM articolare” (range of movement), quindi dell’ampiezza del movimento

Recupero della forza muscolare e della stabilità. Per il dolore si utilizzeranno Terapie fisiche (Tecar, Tens, Elettrostimolazione, Ultrasuoni), terapie manuali, in particolare massaggi drenanti per la riduzione del gonfiore, manipolazione fasciale Stecco per eliminare il dolore e i blocchi fasciali che si possono creare con il trauma.

Verrà successivamente eseguita una kinesiterapia attiva e passiva per recuperare i range articolari e migliorare la riattivazione vascolare e linfatica dell’arto.

Si lavorerà anche per il rinforzo muscolare, che deve essere selettivo, mirato ad alcune catene muscolari (in particolare ai muscoli flessori ed eversori dorsali) e anche accompagnato da esercizi di allungamento e rilasciamento in modo che si ristabilizzi l’equilibrio muscolare fondamentale per restituire almeno la parte dinamica della stabilità.

Nella terza fase quando la caviglia è funzionale e non dolente inizieremo la rieducazione al passo e successivamente alla corsa.

Negli atleti è importante anche rieducare il gesto atletico, affinché venga eseguito nel modo migliore e limitare eventuali recidive. In tutte queste fasi inoltre si faranno esercizi per la rieducazione propriocettiva, che nella riabilitazione della caviglia ha un ruolo predominante .

Riacquistare la capacità propriocettiva, vale a dire rieducare il piede al perfetto controllo posturale e del movimento. Dopo un trauma come una distorsione della caviglia o una frattura non è sufficiente recuperare l’elasticità e la forza muscolare degli arti inferiori, bisogna migliorare l’equilibrio e il controllo posturale statico e dinamico per evitare recidive.

A questo scopo è nata la rieducazione propriocettiva, che mediante esercizi in instabilità va a stimolare il sistema propriocettivo, con l’obiettivo di allenarlo a fornire delle risposte rapide e adeguate in situazioni destabilizzanti e potenzialmente pericolose, rendendo cosciente l’individuo nei confronti del proprio corpo.

E’ fondamentale recuperare in modo ottimale dalle distorsioni di caviglia poiché passiamo molto del nostro tempo camminando e facendo attività fisica in carico ed essendo la caviglia alla base della piramide ,un recupero non ottimale porterebbe portare conseguenze su tutto il corpo ( ginocchio, anca, schiena ,collo).

 

Il dott. Fabrizio Valleriani riceve su appuntamento.

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