Perchè in questo periodo di stop dagli allenamenti aumentano i dolori articolari?
Le fasce sono le fibre che compongono il tessuto connettivo. Se rilassate, donano più mobilità e stabilità
Le fasce rappresentano il più sottile reticolo fibroso che attraversa il nostro corpo, noto anche come tessuto connettivo. Che sia tra le quattro pareti di casa propria o in gruppo, se allenate e opportunamente rilassate, le fasce sono la chiave per una maggiore mobilità, stabilità e assenza di dolori muscolari. I muscoli e le ossa sono collegati dal sistema delle fasce e non entrano mai direttamente in contatto. Se le fasce sono sane, sono anche elastiche, abbondantemente irrorate e ricche di nutrienti: risulta quindi possibile muoversi, stirarsi e allungarsi in modo dinamico.
Quando smettiamo di muoverci le fasce diventano contratte.
Fasce contratte: le conseguenze dolorose
Sforzi eccessivi, traumi durante l’attività sportiva, scarso movimento o posture sbagliate croniche possono causare la formazione di aderenze fasciali che con il tempo tendono ad indurirsi. Quando gli strati fasciali non scivolano più bene gli uni sugli altri, l’arco di movimento diventa limitato: si avvertono tensioni e spesso anche dolore, dovuto alla presenza dei recettori sulla fascia.
I disturbi vanno dai dolori cervicali e articolari fino a problemi a schiena e spalle, per arrivare addirittura a problematiche internistiche come reflusso gastroesofageo o cistiti.
In una simile situazione si è in presenza di quello che viene chiamato appunto indolenzimento muscolare, o meglio miofasciale: lo stimolo del dolore si origina infatti nelle fasce che ricoprono ogni fibra muscolare.
Oltre ai muscoli, le fasce attraversano e ricoprono anche le ossa, le cartilagini, i tendini, gli organi, il cervello e persino alcune fibre muscolari. Trattandosi di un reticolo completamente interconnesso, può dar luogo a un fenomeno estremamente affascinante: se si togliessero tutti i muscoli, le ossa e gli organi, la forma individuale del corpo umano resterebbe invariata grazie alle fasce.
Meno infortuni grazie a fasce allenate
Da quando i ricercatori hanno riconosciuto la stretta interconnessione tra muscoli e fasce, sono stati integrati anche esercizi per il rilassamento miofasciale nell’ambito del sollevamento pesi e degli sport di resistenza e di coordinazione. Gli strumenti utilizzati per questo tipo di esercizi sono un rullo o una palla in gommapiuma rigida (ad es. Blackroll), con i quali è possibile praticare un automassaggio facendoli scorrere delicatamente lungo le zone interessate. La pressione esercitata dal peso del proprio corpo stimola l’irrorazione dei tessuti e scioglie le aderenze. Alcune palestre offrono allenamenti specifici per il rilassamento miofasciale, che prevedono esercizi di allungamento e oscillazione.
Se le fasce sono toniche, elastiche e resistenti, uno sportivo può invece raggiungere ottimi risultati fisici. L’allenamento delle fasce garantisce addirittura di prevenire efficacemente le lesioni.
Fasce: cosa dice la ricerca?
La ricerca nel campo delle fasce sta ancora muovendo i primi passi. Secondo uno studio condotto dall’Harvard Medical School è scientificamente provato che le terapie per il corpo come l’agopuntura o la manipolazione fasciale hanno effetti benefici per il tessuto connettivo, e lo stesso vale per i metodi orientali, in particolare lo yoga.
In molte posizioni yoga le fasce vengono distese lentamente e a lungo, attivando così le cellule responsabili della rigenerazione delle fibre, migliorando il flusso idrico e permettendo agli strati di scorrere gli uni sugli altri in modo più elastico. Che lo yoga faccia bene alla salute è già risaputo, e la scienza che studia le fasce spiega il perché.
Altri studi hanno dimostrato che il tessuto connettivo si contrae anche quando vengono secreti i neurotrasmettitori dello stress. Se la situazione di stress è legata a un momento passeggero, le fasce si rilassano nuovamente subito dopo; se lo stress invece è di tipo cronico, anche le fasce restano contratte e possono indurirsi in modo permanente
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